SERBIA
 

AGOSTO 2014


Itinerario: Belgrado - Novi Sad - Sremski Karlovci - Drvengrad

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18 agosto 2014


Oggi è l’inizio di una breve parentesi europea, primo viaggio dopo il mio Giro del Mondo terminato solo tre mesi fa. Ho scelto Belgrado e la Serbia, un Paese poco conosciuto anche per via di una serie di stereotipi tipici di noi occidentali. Sono arrivato con un volo low cost della Easyjet, in compagnia di Alessandro, un ragazzo di Cuneo conosciuto casualmente a Tehran un anno fa. L’alloggio è un piccolo e grazioso appartamento su due livelli non lontano dal centro, ma capisco subito percorrendo a piedi il tratto dalla fermata del piccolo e vecchio autobus navetta preso in aeroporto, fino alla casa prenotata dall’Italia via web, che la città non è caotica e le distanze sono facilmente percorribili a piedi. Il quartiere dove è sito l’appartamento è un quartiere tranquillo, qualche grande palazzo in stile post sovietico, e una piazzetta con un panettiere, ed un pub coi tavoli all’aperto proprio a ridosso di un giardinetto coi giochi dove stanno giocando i bambini. A pochi metri un uomo vende frutta e grandi angurie dal portabagagli della sua auto. Si il primo impatto con Belgrado è piacevole: a piedi, passando prima per il Tasmajdan Park e l’elegante Palazzo del Parlamento, arrivo a Knez Mihailova, la via pedonale del centro, ampia, contornata da negozi alla moda, qualche artista di strada compreso chi vende i propri quadri, e numerosi carretti dei gelati. C’è un via vai di gente, soprattutto giovani, ragazze bellissime e curatissime e famiglie al passeggio nonostante sia giornata lavorativa. La via termina a ridosso della cittadella di Kalemegdan, un antica roccaforte costruita sulla collina che domina la confluenza tra i fiumi Sava e Danubio. Sono però arrivato da poco e sta facendo buio, avrò modo di scoprire meglio con calma domani questa parte della città. Tornando ci fermiamo a cenare a Skadarljia, una via stretta e acciottolata dall’atmosfera bohémienne, davvero graziosa e suggestiva, poco illuminata e piena di ristoranti e locali coi tavoli all’aperto tra i quali si aggirano suonatori di musica zigana, sembra davvero di fare un salto indietro nel tempo; per cena non potevo non concedermi la specialità locale, lo cevapcici, salsicce in grandi quantità in una delle tipiche locande (kafane) qui presenti. I monumenti di Belgrado di notte sono illuminati da una luce davvero suggestiva, ritornando sempre a piedi verso casa mi godo prima il Parlamento e poi la Chiesa di San Marco in Tasmajdan con le sue torri a cupole stile bizantino, magistralmente illuminati. Anche a quest’ora tarda, col buio, il parco Tasmajdan, il più grande in città, è frequentato da famiglie, gente che porta a spasso i cani (quasi tutti senza guinzaglio che giocano fra loro) e giovani che fanno jogging...


19 agosto 2014


Inizio di buon mattino il giro per Belgrado, partendo dal grande Tempio di San Sava, imponente, di color bianco con la cupola centrale verde: l’interno è da sempre in costruzione, non è mai stato ultimato, ma ricorda molto Aya Sofia di Istanbul: non esiste un altare, ad un lato alcuni fedeli alimentano ed accendono lunghe candele, mentre altri in fila indiana, attendono il loro turno per pregare davanti ad una piccola croce posta al centro della chiesa. E’ una bella giornata di sole e fa caldo oggi, dai giardini fuori al Tempio, mi incammino con Alessandro verso il centro, passando davanti agli eleganti palazzi reali coi loro giardinetti fioriti, proprio di fronte al Palazzo del Parlamento. Lungo le ampie arterie stradali il traffico è sempre scorrevole, e noi a piedi passando dalla grande Piazza Terazije, fulcro della città, ripercorriamo la pedonabile Knez Mihailova; non ci impieghiamo molto tempo ad arrivarci, le cose da vedere qui in città sono racchiuse in un’area facilmente percorribile in poco tempo, così attraversata la strada dove passano le rotaie dei vecchi tram rossi, siamo nel grande parco che racchiude la cittadella fortificata di Kalemegdan. Kalemegdan è un luogo davvero piacevole dove passeggiare, nel verde (ben curato) e nella quiete, passando tra vecchie chiese racchiuse dalle antiche mura, fino ad arrivare al punto più alto della collina dove si erge la colonna con in cima la Statua del Vincitore ed uno spiazzo attorno dove ammirare il panorama di Novi Beograd, la parte nuova della città, al di là della Sava e del grande Danubio. Scendo attraversando il parco e percorrendo alcune vecchie vie del centro, nascoste, dove trovo un angolo di relax davvero suggestivo all’interno della piccola libreria Apropo, che ha al suo interno un angolo dove serve tè e biscotti, in compagnia di un paio di gatti placidamente sdraiati sulle poltrone. Il sole comincia a calare, così insieme ad Ale, risaliamo la morbida collina, il parco si è popolato, qualche turista e soprattutto tante giovani coppie che vengono quassù a godersi il tramonto: e in effetti la lunga attesa del sole che cala alle spalle della città nuova, con la vista sul Danubio dalla Statua del Vincitore è davvero suggestiva, come tutti i tramonti anche questo ha qualcosa di magico. Qualche coppietta amoreggia seduta sul muretto, altri sulle panchine, il sole è tramontato dietro a qualche nuvola che ha reso il tutto ancora più suggestivo; si accendono le tenue luci che illuminano statue e mura, scendiamo per concederci un gelato prima e una abbondante cena poi nella caratteristica Skadarljia.


20 agosto 2014


C’è una fila di vecchi taxi parcheggiati poco distanti dalla casa dove pernottiamo, ma pare che nessuno di essi conosca la via del Rent a Car nella città nuova, dove siamo diretti: nessun navigatore satellitare, ma vecchie guide cartacee che i tassisti consultano insieme per poi capire dove si trovi! Ce la facciamo, così in pochi minuti attraversiamo la città e il ponte sulla Sava che ci porta a Novi Beograd, la parte nuova; qui in effetti trovare esattamente la via non è semplice, il tassista ci ha si lasciato per pochi dinari al civico giusto, peccato che trovare il Rent a Car tra queste fila di palazzi nuovi tutti uguali non è semplice, ma per fortuna chiedendo un pò in giro (tutti cordialissimi che si fanno in quattro per aiutarci) ci arriviamo e finalmente ritiriamo la nostra Toyota Yaris che ci accompagnerà per le strade del Paese nei prossimi due giorni. uscire da Belgrado non è poi così complicato, abituato a guidare in ben altro traffico, e così dopo pochi minuti siamo sull’autostrada E75 in direzione nord. Usciamo all’altezza di Indija, e da qui la strada corre lungo la campagna serba, tra campi di girasoli e mais. Solo qualche piccolo agglomerato di semplici case contadine fra le colline verdi, fino ad arrivare al complesso monastico di Krusedol: c’è un piccolo parcheggio sterrato immerso nel più totale silenzio, proprio davanti al portale color rosso che segna l’ingresso alle mura del monastero stesso, che in sè non è un granchè, seppur risalente al 1516 conserva ben poco di quel tempo, ma al suo interno si respira comunque un’atmosfera di quiete e pace. Sostiamo per qualche minuto, poi riprendiamo l’auto e ci dirigiamo ancora verso nord, lungo una stretta strada sterrata, perdendoci ben presto ma ritrovando la retta via grazie alla gentilezza di qualche abitante sempre pronto a darci una mano, e così arriviamo al secondo complesso monsatico, quello di Grgeteg, più sontuoso,  con una grande chiesa e una piccola bottega dove una monaca anziana vende grandi barattoli di miele e icone religiose; attorno al complesso c’è qualche piccola casa contadina, un trattore carico di fieno e qualche operaio intento a costruire una casa, “protetto” dall’abbaiare di un paio di cani che controllano i lavori. Soste brevi ma piacevoli, intervallate dal panorama della campagna e delle colline della regione di Fruska Gora, famosa per i suoi vigneti. Tappa a Vrinik, piccola cittadina e al suo monastero di Ravanica, poco interessante visto da fuori, ma ricco di decorazioni e antichi affreschi risalenti al Medioevo al suo interno, dalle tonalità blu scuro. Riprendiamo la strada, fermandoci a comprare della squisita frutta e del miele da una simpatica signora che vende i suoi prodotti a bordo strada, per poi arrivare al monastero di Novo Hopovo, il più carino tra quelli visitati fino ad ora, quantomeno il più caratteristico grazie alla sua chiesa bizantina in pietra, semi nascosta all’interno, e risalente al 1576; c’è qualche monaco ortodosso, vestito con il tradizionale abito nero lungo e la barba, e anche qui regna un’atmosfera di assoluta tranquillità, tra le silenziose colline circostanti. Fine del tour monastico, arriviamo a Novi Sad, la seconda città serba per grandezza, anch’essa adagiata lungo le rive del Danubio. Parcheggiamo l’auto e attraversiamo a piedi il lungo ponte sopra al fiume, passando poi in un piccolo e grazioso parco cittadino fino ad arrivare nella parte vecchia della città, quella caratteristica visto che tutto attorno la città non dice granchè: qui però, lungo le due vie pedonalizzate che partono dall’elegante Palazzo Vescovile di color arancio e portano fino alla grande Trg Slobode (Piazza della Libertà), lo scenario è diverso, piacevole: le vie sono piene di tavolini all’aperto, c’è molta gente al passeggio tra i negozi e gruppi di turisti che ascoltano come tante pecorelle le spiegazioni della loro guida. La piazza è bella, dominata dall’alta guglia gotica della Cattedrale Cattolica, di fronte alla statua di Svetozar Miletic che punta il dito verso di essa; il centro è piccolo, bastano poche ore per visitarlo, compresa una sosta gelato seduti ad uno dei numerosi tavolini all’aperto. C’è anche oggi il sole per fortuna, e fa caldo; torniamo a ritroso fino alla macchina, parcheggiata al di là del fiume, tra le vecchie case dai tetti a spiovere, e ripartiamo. Dopo pochi km passiamo dalla cittadina di Sremski Karlovci dove decidiamo di fermarci: in realtà sembra più un paese, con basse abitazioni e le poche vie che confluiscono al centro, piuttosto animato di gente del luogo, sedute ai tavoli dei locali o attorno alla fontana centrale; ci sono dei bambini che vendono sul marciapiede dei colorati braccialetti di gomma, che puntualmente acquisto per qualche dinaro: mi ricordano la mia infanzia quando anche io da bambino vendevo i lavoretti fatti con le conchiglie raccolte al mare, tutto orgoglioso dei miei primi guadagni più simbolici che altro. Ci son più chiese che case in poche centinaia di metri, ma nonostante un certo via vai di gente, l’atmosfera qua è molto tranquilla, così ci fermiamo anche per la cena, all’aperto, seduti su delle sdraio da spiaggia usate come sedie, in una tipica kafana, dove assaporo il più buon gulash mai assaggiato fino ad’ora, mentre il sole tramonta e mette quasi fine a questa lunga giornata tra la campagna serba, prima del rientro notturno a Belgrado.


21 agosto 2014


A volte capita di cambiare idea e programma all’ultimo minuto, e di pentirsene quando ormai è troppo tardi...è così che è successo questa mattina, quando all’ultimo abbiamo deciso di non seguire il tratto del Danubio ad est ma di spingerci fino alla regione di Mokra Gora, a sud ovest, quasi al confine con la Bosnia; infatti la strada per arrivarci è decisamente noiosa e soprattutto lunga, troppo per farla in un’unica giornata! Statale ad una corsia, trafficata da tir e vecchie lente auto, è tutto un continuo stare attenti al sorpasso, attraverso una monotona campagna industrializzata, ovvero piccoli ed anonimi paesi, nulla a che vedere con quella attraversata ieri. Dopo oltre tre ore arriviamo ad un lago artificiale e da qui la strada sale sulle montagne e diventa più interessante; finalmente dopo 4 ore e mezza di guida, eccoci a Dvengrad, un piccolo e “finto” paesino fatto costruire nel 2002 dal regista serbo Emir Kusturica come set del suo film “La vita è un miracolo”: è la riproduzione di un antico e tradizionale villaggio serbo, costruito tutto in legno, carino e caratteristico anche se un pò inflazionato (c’è un pò di turismo locale e non), immerso tra le montagne e le colline. Il fatto è che fare 4 ore e mezzo per arrivarci è davvero troppo considerato che ora me ne toccano altrettante di guida per tornare a Belgrado! Siamo in montagna, qui il clima è più fresco e comincia perfino a piovere forte, quasi un temporale che però abbandoniamo ben presto scendendo verso valle. Ci fermiamo per una breve e piacevole sosta in un piccolo locale lungo la statale, dove per pochi dinari (qui costa davvero tutto poco!) mi divoro un dolce di sfoglia e marmellata di lamponi appena sfornato! Su suggerimento di una coppia di italiani con cui abbiamo scambiato due chiacchere a Dvengrad, seguiamo un’altra strada, ma oggi il destino ci è avverso, così troviamo un’infinita coda prima di entrare al casello dell’autostrada: sono quasi tutte auto con tarda tedesca, ma a bordo ci sono famiglie turche, dagli inconfondibili costumi e tratti somatici ottomani, son tantissimi, sembra un vero esodo di massa, e noi ci ritroviamo nel mezzo, è paradossale, non si vede neanche un’auto con tarda locale serba! Una volta entrati in autostrada la situazione migliora, e dopo 5 interminabili ore siamo all’aeroporto Nikola Tesla di Belgrado a riconsegnare la macchina a noleggio. Ma per concludere in bellezza la giornata, perdiamo la navetta di rientro in città per pochi minuti e ci tocca aspettare più di un’ora qui al terminal, niente ultima cena in città ma in anonimo bar con i camerieri che ci mettono fretta per la chiusura del locale. Finalmente è l’ora della navetta, questo piccolo e vecchio autobus bianco che in meno di mezz’ora ci riporta in città; sono ormai quasi le 23, ma abbiamo un’ultima tappa da fare, dalla fermata capolinea infatti il Tempio di San Sava dista pochi minuti a piedi, ed illuminato da fuori è davvero un bello spettacolo suggestivo, merita sicuramente una visita. Finisce almeno bene questa ultima lunga giornata qui in Serbia, e ritorniamo a piedi verso il nostro piccolo appartamento, ripassando per il parco Tasmajdan, dove nonostante l’ora tarda c’è ancora qualcuno che fa jogging e porta a spasso i cani.


22 agosto 2014


Sono stato fortunato, nonostante l’estate più piovosa e fredda dell’ultimo secolo, qui a Belgrado ho sempre trovato sole e bel tempo a parte il breve temporale di ieri in montagna. E anche oggi il cielo è blu e si sta bene: con Alessandro che mi ha accompagnato in questo mini viaggio in Serbia, ci facciamo l’ultima passeggiata per il centro, lungo la pedonale Knez Mihailova, fino ai suoi piccoli chioschi di souvenir per gli ultimi acquisti ed un ultima sosta su di una panchina del Kalemegdan ad osservare la gente che passa. Sono le ultime ore qui a Belgrado, di questa che è stata una piacevole ed interessante parentesi in una terra così vicina e così poco conosciuta dall’occidente....